Recentemente mi è capitato di visionare God bless America, pellicola ancora inedita nel Belpaese ma davvero intrigante e zeppa di spunti di riflessione.
Diretto nel 2011 da Bobcat Goldthwait, l'indimenticabile Zed di Scuola di Polizia, questo sorprendente film indie (inteso nel vero senso del termine, ossia indipendente) racconta di Frank, tipico americano medio di mezza età stufo della vacuità e della mancanza di valori della società a stelle e strisce della quale anch'egli fa parte, suo malgrado. Un giorno, conscio del fatto di avere ben poco da perdere, l'uomo decide di attuare una sorta di epurazione e così inizia a girare l'America per ammazzare tutti coloro che contribuiscono al tracollo socio-culturale degli USA. In questo suo viaggio Frank conoscerà ben presto una sua giovane ammiratrice, Roxy, la quale si farà coinvolgere al 100% nel progetto estremo contro la parte diseducativa e vuota della società.
Voglio subito sottolineare che sia Roxy che Frank (Joel Murray, fratello del ben più noto Bill) sono riusciti a calarsi più che bene nelle rispettive parti, dando vita a due personaggi convincenti e simpatici. Sì, avete capito bene, la coppia è davvero simpatica e contribuisce ad alzare il livello da black comedy di God bless America, nel quale il lato ironico e grottesco prevale sugli aspetti drammatici che lo spettatore si potrebbe normalmente aspettare, data una trama apparentemente così "violenta".
A prima vista ho associato d'istinto questo film a Natural Born Killers, ben più sadica ed estrema pellicola di Oliver Stone: anche in quel caso una coppia di killer fa fuori un sacco di gente e se ne compiace, vagando per gli USA a bordo di un'auto con la polizia alle calcagna, fino ad un tragico epilogo.
Mi ha ricordato pure Leon, specie per l'aspetto formativo della ragazzina da parte del protagonista adulto e anche per l'amore platonico che lega sia Roxy che Mathilda ai rispettivi pigmalioni.
L'aspetto da commedia nera, evidente nel film di Goldthwait, non stona per nulla e mitiga la violenza mostrata senza troppi fronzoli, ma anche senza l'obiettivo di shockare o infastidire lo spettatore.
Tutti noi almeno una volta nella vita avremmo voluto vendicarci di qualcuno che ci infastidisce, sia esso un personaggio famoso oppure semplicemente un vicino di casa particolarmente rompicoglioni. Ecco, God bless America è una piccola rivincita contro quella fetta fin troppo grande di popolazione priva di ideali e lobotomizzata da reality show, contest musicali e simili.
Quest'opera convince e diverte, senza prendersi mai troppo sul serio e regalando un centinaio di minuti di spensierata mattanza col cervello, stuzzicando lo spettatore a riflettere su problematiche che toccano ognuno di noi e sono radicate pure nella nostra società, nonostante le migliaia di chilometri che separano Italia e USA.
Razzisti, omofobi, integralisti religiosi e fanatici della spazzatura televisiva sono avvisati, Frank e Roxy sono armati fino ai denti e vogliono fare piazza pulita, finalmente.
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