30/06/14

Black Mirror, la miniserie definitiva su media e nuove tecnologie


Rivolgersi alle miniserie d'oltremanica porta spesso e volentieri a scoprire prodotti originali e incredibilmente coinvolgenti, tra i quali merita una menzione speciale un "must see" dal titolo misterioso e accattivante, Black Mirror

Cosa sarà mai questo Black Mirror? E’ un breve telefilm made in UK (prodotto da Endemol e uscito su Channel 4) composto da due stagioni (datate 2011 e 2013) di tre episodi ciascuna. Ogni puntata è indipendente dalle altre e i protagonisti cambiano di volta in volta, così come la tematica trattata.
Il filo conduttore consiste nella tecnologia e negli effetti che può avere sulle persone  un uso smodato di essa.

27/06/14

The Sacrament, la prova del nove per Ti West


Recentemente ho recuperato un film che, sin dalla sua uscita, ha mosso in me una curiosità notevole dovuta probabilmente alle critiche che tale opera ha ricevuto. Sto parlando di The Sacrament, found footage diretto dal giovane e talentuoso regista Ti West e prodotto da quel volpone di Eli Roth.
Presentato al Festival del Cinema di VeneziaThe Sacrament è stato "bastonato" con recensioni eccessivamente negative, a mio parere.

In sostanza il film prende spunto in maniera evidente dall'eccidio di Jonestown (Guyana) avvenuto nel 1978, evento che portò al suicidio di 909 adepti di una setta religiosa rivoluzionaria chiamata "Tempio del Popolo".

10/06/14

The Escape Artist, un'imperdibile miniserie made in UK


Nel panorama televisivo britannico ultimamente sono emerse svariate serie tv meritevoli di una visione: una di queste è senza dubbio The Escape Artist, miniserie legal-thriller del 2013 (BBC One) composta da tre puntate di un'ora ciascuna, in grado di lasciare senza fiato.

Mattatore assoluto è il sempre più convincente David "Dr.Who" Tennant, già visto in Broadchurch, altra produzione British che consiglio caldamente.

04/06/14

100 Abandoned Houses, il declino post industriale di una grande città


Kevin Bauman è nato a Detroit dove tutt'ora vive, fa il fotografo ed i suoi soggetti preferiti sono le architetture, gli ambienti interni e i paesaggi industriali. A metà degli anni ’90 inizia, come sorta di “esercizio” creativo, a fotografare le case abbandonate della sua città natale.

Per un occhio incline a percepire il fascino dell’abbandono, la capitale del Michigan - tristemente nota come simbolo della crisi automobilistica - appare come un immenso luna park sebbene la sua natura di metropoli decaduta e abbandonata a se stessa è, per ovvi motivi, poco divertente.

Anziché concentrare l’attenzione sul declino della città nel suo insieme Bauman preferisce focalizzarsi sul “piccolo”: non ampie superstrade deserte, niente capannoni industriali fatiscenti o teatri adibiti a parcheggio bensì semplici abitazioni.
Abitazioni, molte delle quali localizzate in quartieri una volta abbienti, che ora vengono ritratte deserte e ormai isolate da qualsiasi contesto umano, divorate dalla vegetazione e spesso bruciate dagli stessi proprietari per riscattarne l’assicurazione.

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