11/07/14

True Detective, miglior serie dell'anno?


Alzi la mano chi di voi non ha mai sentito nominare True Detective, serie tv rivelazione del 2014, targata HBO. Nessuno? Meglio così, però sono certo che non tutti l'avete vista. 
Si tratta della prima stagione, composta da otto episodi, di quella che si preannuncia una serie antologica memorabile.

Ormai l'avrete capito, ho un debole per la HBO, ma è obiettivamente vero che questo network è una sorta di Re Mida che trasforma in oro ogni telefilm che gravita da quelle parti.

True Detective ha per protagonisti Rust Cohle e Martin Hart, interpretati rispettivamente da Matthew McConaughey e Woody Harrelson, due detective in preda ai propri demoni interiori, presentati attraverso un arco temporale di diciassette anni (dal 1995 al 2012). 
Le vicende prendono vita da un'indagine su un efferato serial killer in Louisiana, affidata alla strana coppia di poliziotti. Sin dalle prime battute si respira un clima teso tra i due e il personaggio di Rust prende il sopravvento pur senza mai oscurare Martin. 
Gli attori protagonisti sono in stato di grazia, difficilissimo trovare una sbavatura nella loro recitazione, segno che McConaughey e Harrelson hanno creduto nel progetto e si sono gettati a capofitto in due ruoli assai impegnativi e complessi.
Sangue, sesso, violenza, disagio sociale, insabbiamenti, scazzottate sono soltanto alcuni dei tantissimi elementi che compongono un serial caleidoscopico che cresce puntata dopo puntata generando grosse aspettative, mai disattese, nello spettatore curioso e catturato dalle atmosfere inquietanti e opprimenti del bayou e delle periferie malfamate.
True Detective convince su tutta la linea grazie anche alla presenza di Nic Pizzolatto, sceneggiatore, produttore esecutive e showrunner, nonché autore nel 2010 di Galvestone, intrigante romanzo poliziesco del 2010 edito in Italia da Mondadori.

Persino le difficoltà dovute ai continui stacchi temporali dal 1995 al 2012 (data che coincide con la riapertura del caso affidato diciassette anni prima a Rust e Martin) sono in realtà punti di forza che arricchiscono qualitativamente la serie e ci regalano due personaggi a tutto tondo, ricchi di sfumature e realismo nella loro imperfezione.
Morbosità e violenza abbondano, senza però essere fini a se stesse ma contribuendo a mantenere costante la tensione, non concedendo spazio alla noia.
Se volete quindi una serie genuina, registicamente valida (discreto lavoro dietro alla mdp di Cary Fukunaga) e che strizza fortemente l'occhio agli anni '90 - chi ha detto Il Silenzio degli Innocenti? - allora correte a recuperare le otto spettacolari puntate che compongono questa prima stagione di True Detective
Io mi ero convinto già dopo aver letto chi sarebbero stati i due attori principali e ne sono rimasto entusiasta, oltre che curioso riguardo le stagioni successive, che avranno protagonisti e vicende ogni volta diversi.

Buona visione, alla prossima!

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