15/09/14

Chi ancora non ha visto La Grande Bellezza?


Partivo prevenuto e molto scettico riguardo ad una pellicola amata oltreoceano e bistrattata da troppi in Italia, uno tra i più potenti fenomeni mediatici del 2013.
Sin dai primi minuti di visione Sorrentino ci mette davanti ad un bivio: se ti va di osservare la bassezza e sciatteria dei costumi della Roma “bene” accomodati e abbi un po’ di pazienza, altrimenti premi il pulsante stop, fai un bel respiro e dedicati ad altro. Zero rancori.

09/09/14

I volti giganti di VHILS


Come ogni capitale europea che si rispetti anche Lisbona vive il sodalizio urbano per eccellenza, ovvero quello fra gli edifici abbandonati e la street art d’avanguardia. 
Tanti sono gli esempi di riqualificazione architettonica che si possono scovare senza troppa fatica in giro per la città portoghese a partire dal Crono Project che commissiona a diversi writers la decorazione di interi edifici abbandonati.
Ma si potrebbero menzionare anche il MUDE, il museo di design e moda, che si trova nell’edificio di una vecchia banca in pieno centro, per poi passare al Museo dell’elettricità in zona Belém, una volta sede della centrale termoelettrica Tejo (e ottimo esempio di archeologia industriale) fino ad arrivare all’LX Factory, un’intera area industriale di 23.000 mq ora spazio di lavoro e incontro di designers, creativi e altre giovani realtà.

La cosiddetta arte de rua vive a Lisbona da protagonista, sposandosi alla perfezione con l’ambiente circostante senza mai passare inosservata.

02/09/14

Ci sono un regista canadese, uno scrittore newyorkese e il topo come unità monetaria...


Un compito davvero arduo quello di trasporre un’opera di un mostro sacro della letteratura contemporanea, un’impresa che ben pochi riuscirebbero a portare a compimento dignitosamente. Beh, il cineasta canadese David Cronenberg ce l’ha fatta e ha portato su pellicola Don DeLillo in maniera impeccabile, seguendo l'evolversi della trama del libro e ricalcandone gli avvenimenti, non lesinando una forte critica alla globalizzazione ed al vacuo mondo della finanza (il rimando ad Occupy Wall Street è evidente). 
Seppure il trailer lasciasse presagire un film più veloce, l’apparente lentezza del girato (che segue fedelmente l’apparente lentezza del libro) non inficia minimamente la visione, e permette di soffermarsi su aspetti più sottili e "meta-filosofici" approfondendo le tematiche della new economy, del rapporto tra media e finanza, etc.


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