27/04/15

Tusk, il Kevin Smith che non t'aspetti!


Ieri ho finalmente colmato una lacuna che mi portavo dietro da troppo tempo, visionando l'ultima fatica del goliardico e camaleontico Kevin Smith. Se già con Red State il regista del New Jersey aveva cambiato rotta, con Tusk è andato oltre, regalandoci una horror comedy bizzarra e grottesca con un retrogusto un po' anni '80 e tanta caustica ironia gettata sui media.
Ecco in breve la trama: Wallace (un Justin Long che pare non invecchiare mai) è un podcaster di successo che dirige assieme a Teddy (l'ex bimbo protagonista de Il Sesto Senso, quasi irriconoscibile vista la stazza) un programma radio specializzato nello scovare casi umani e stranezze da milioni di click su youtube. Wallace (geniale l'assonanza con "walrus", tricheco), in Canada per un servizio, ritrova affisso nel bagno di un bar un foglio dove si invita a recarsi in un posto piuttosto sperduto per sentire le storie di un vecchio marinaio. Il protagonista non perde tempo e si reca al luogo dell'incontro, trovandovi un anziano in sedia a rotelle che lo accoglie nella sua strana dimora e inizia a raccontargli la sua vita e soprattutto una vicenda surreale legata ad un tricheco. 
Non mi spingo oltre con la trama per non spoilerare, ma sappiate che dall'incontro tra i due in poi sarà un crescendo delirante (una sorta di Human Centipede lisergico in salsa black comedy) che spiazza e spinge continuamente un po' più in là la tacca del nonsense e dell'assurdo.
E' piacevole constatare quanto sia cambiato Kevin Smith e come abbia intrapreso un percorso di maturazione artistica che l'ha allontanato un po' dall'immagine di Jay e Silent Bob per assecondarne la vena creativa e narrativa.

Tusk è solo in apparenza un film cretino e delirante: nasconde infatti una critica molto forte al sistema dei media americani e all'accanirsi senza scrupoli sulle disgrazie altrui pur di ottenere scoop e di fare soldi. Smith non è nuovo a messaggi sociali forti (vedere Red State per credere) e riesce a centrare il bersaglio permettendo allo spettatore di ragionare e andare oltre la mera visione di una pellicola stramba ed efficace.

Va segnalato che nel film sono presenti alcune pecche, in primis delle lungaggini a metà percorso che smorzano i toni e allungano un po' il brodo, senza però influire eccessivamente sulla potenza di Tusk, che nel finale si risolleva alla grande con delle scene da commozione (cerebrale?). 
In questa girandola delirante trova spazio pure un personaggio macchiettistico e finto come una banconota da 30 euro: sto parlando di Guy Lapointe, sotto le cui spoglie si cela nientepopodimenoche  un quasi irriconoscibile Johnny Depp.
Lasciatemi dire che Tusk è una boccata d'aria fresca e un film davvero godibile che funziona come horror comedy, a dimostrazione che la coraggiosa sperimentazione del regista, baluardo dell'indie, ha portato buoni frutti (marcescenti e sanguinanti, comunque).
Senza preconcetti e aspettative troppo alte, seguite Kevin Smith in questa avventura weird nella quale nulla è ciò che sembra.

Abbandonatevi tra le calde e morbide zampe del walrus, godendovi il suo indimenticabile abbraccio. Fate solo attenzione alle zanne, mi raccomando!

 Il trailer ufficiale di Tusk

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...