Oggi voglio parlarvi di Stake Land, un film passato un po' in sordina, specialmente in Italia, seppure si tratti di un'opera interessante e senza dubbio meritevole di una visione. L’America è immersa in un’atmosfera post-apocalittica da incubo: una letale
epidemia ha colpito villaggi e città trasformando buona parte della popolazione
in vampiri assetati di sangue.
Mister e Martin, idealmente maestro ed allievo, sono i protagonisti di una storia di formazione dai connotati fortemente horror, un vero e proprio passaggio di testimone tra il cacciatore esperto e il giovane addestrato e sempre più abile.
Mister e Martin, idealmente maestro ed allievo, sono i protagonisti di una storia di formazione dai connotati fortemente horror, un vero e proprio passaggio di testimone tra il cacciatore esperto e il giovane addestrato e sempre più abile.
Inizia così un viaggio “on the road” à la Kerouac, ma nero come la pece. La
coppia si sposta in auto puntando verso nord, nello specifico verso New Eden,
impalando succhia-sangue e trovandosi a tu per tu con personaggi di varia e
spesso equivoca natura.
Nel frattempo entrano a far parte del gruppo anche una suora, un ex-militare di
colore e una ragazza incinta. Essi dovranno, unendo le forze, affrontare
temibili vampiri dall'aspetto molto “zombesco” e sopravvivere
agli assalti della Fratellanza, una congregazione di fanatici religiosi dedita
a saccheggi e violenze in nome di Dio e
interessata a propagare il morbo attraverso una tecnica che lascia di stucco:
il lancio di vampiri dagli elicotteri, così da infettare e uccidere i
sopravvissuti all'epidemia.
Jim Mickle, già regista nel 2007 di Mulberry Street, pellicola indipendente incentrata sull'assedio di uomini-ratto in un appartamento newyorkese, ci regala un prodotto genuino, lontano dai cliché e dalla stupidità di troppi prodotti cinematografici ispirati a Dracula e compagnia mordente.
Stake Land è evidentemente una pellicola low budget ma ha dalla sua una fotografia notevole, un discreto cast (spicca il giovane e assai promettente Connor Paolo; presente pure la scream queen Danielle Harris, ormai votata esclusivamente all'horror), effetti speciali niente male e una regia senza dubbio convincente.
Il sangue scorre piuttosto copioso e la tensione non abbandona mai lo
spettatore, tra attacchi repentini e scene d’azione davvero ben congegnate.
Tanto per capirci: mescolate “Vampires”di John Carpenter, “Zombieland” (senza la componente ironica) e “On the Road” e potrete avere un’idea di Stake Land; in certi casi potrebbe farvi tornare alla mente la serie tv “Walking Dead” ma, secondo il sottoscritto, la supera in quanto a interesse.
Un altro aspetto interessante di questo film consiste nel fatto che il pericolo non è associato solamente ai classici mostri assetati di sangue e senz'anima, ma anche alle sette religiose createsi dal caos e dalla devastazione, urbana e morale, conseguenti all'Apocalisse: ciò fa riflettere, specie se si considera il Paese d’origine della pellicola, ossia gli ultra-religiosi e troppo spesso bigotti Stati Uniti d’America.
Emerge forte un messaggio contro il fanatismo in ogni sua forma e contro le azioni militari, portatori di danni immensi e di benefici pressoché nulli.
Stake Land è un prodotto intelligente e creativo, che ha trovato una distribuzione anche in Italia, seppure limitata all’home video e con tre anni di ritardo. Personalmente vi consiglio questo film poichè è una ventata d’aria fresca in ambito horror, senza risentire dei limiti dovuti alla produzione a basso costo, a dimostrazione che coraggio e passione alla fine pagano. Scommessa vinta per Mickle, regista da tenere d’occhio.
Tanto per capirci: mescolate “Vampires”di John Carpenter, “Zombieland” (senza la componente ironica) e “On the Road” e potrete avere un’idea di Stake Land; in certi casi potrebbe farvi tornare alla mente la serie tv “Walking Dead” ma, secondo il sottoscritto, la supera in quanto a interesse.
Un altro aspetto interessante di questo film consiste nel fatto che il pericolo non è associato solamente ai classici mostri assetati di sangue e senz'anima, ma anche alle sette religiose createsi dal caos e dalla devastazione, urbana e morale, conseguenti all'Apocalisse: ciò fa riflettere, specie se si considera il Paese d’origine della pellicola, ossia gli ultra-religiosi e troppo spesso bigotti Stati Uniti d’America.
Emerge forte un messaggio contro il fanatismo in ogni sua forma e contro le azioni militari, portatori di danni immensi e di benefici pressoché nulli.
Stake Land è un prodotto intelligente e creativo, che ha trovato una distribuzione anche in Italia, seppure limitata all’home video e con tre anni di ritardo. Personalmente vi consiglio questo film poichè è una ventata d’aria fresca in ambito horror, senza risentire dei limiti dovuti alla produzione a basso costo, a dimostrazione che coraggio e passione alla fine pagano. Scommessa vinta per Mickle, regista da tenere d’occhio.
Nessun commento:
Posta un commento