14/10/14

The Raid, alias "ACAB in Giacarta"



Ogni tanto capiterà sicuramente anche a voi di vedere un film che vi lascia di sasso, qualcosa di così sorprendente da rimanere a bocca aperta sgranando gli occhi. A me è successo di recente con The Raid, film action indonesiano arrivato anche in Italia e seguito da The Raid - Berandal, pellicola differente ma altrettanto degna della vostra attenzione.
Ma parliamo del capostipite, uno di quei pugni in faccia inaspettati che ti fanno sanguinare per 100 minuti, senza tregua. Se non amate arti marziali, sparatorie, splatter e violenza a profusione, allora vi consiglio di cercare altrove l'intrattenimento per la serata. The Raid non fa per voi. Stop.
Se invece amate le suddette caratteristiche, gettatevi a capofitto nella visione: questo è un film che ha rivoluzionato se non stravolto in concetto di azione cinematografica e nulla sarà più lo stesso.


La trama è semplice ma efficace: una squadra di polizia composta da venti uomini e capitanata da Rama, il nuovo ufficiale, ha il compito di ripulire dalla criminalità organizzata un condominio fatiscente nei malfamati bassifondi di Giacarta. Inizialmente l'operazione procede, seppur con qualche intoppo, e i poliziotti sembrano avere la meglio salendo di piano in piano. I casini arrivano più o meno al sesto, dove inizia a grondare sangue a secchiate e i proiettili non si contano. 
Per arrivare all'appartamento di Tama, il boss locale, i sacrifici saranno innumerevoli e pure i colpi proibiti.
Proprio i combattimenti meritano una menzione speciale, infatti il Pencak Silat (tecnica indonesiana spettacolare e brutale) la fa da padrone, permettendoci di godere di coreografie da urlo che spazzano via quasi tutto il cinema di arti marziali visto in precedenza. E qui sale in cattedra Mad Dog, un piccoletto capellone che vi rimarrà nel cuore e che pesta come un fabbro incazzoso. Se c'è un personaggio degno di nota è proprio lui, già diventato un'icona action per il sottoscritto. Ogni mossa è realistica e sapientemente gestita e la violenza non è mai fine a se stessa, seppure abbondantissima. Io ho trovato il tutto un piacere per gli occhi e, a parte in un paio di occasioni, non ho mai provato fastidio nei momenti splatter parecchio spinti.

Dimenticavo: il regista Gareth Evans, gallese classe 1980, sa il fatto suo e gira sapientemente questa bomba adrenalinica che non lascia scampo. Essendosi già fatto le ossa con il precedente Merantau, Evans ha potuto sfoggiare maggiori capacità registiche e dirigere un film orientale senza gli occhi di un occidentale. Non c'è alcun sentore di pacchianata e gli ambienti asettici e minimalisti rendono ancor più potente l'azione, piena e coinvolgente nella sua complessa perfezione.
La trama man mano perde un po' di valore, soppiantata da combattimenti e sparatorie da restarci secchi, per giungere al confronto finale estasiati e ancor più assetati di sangue.
The Raid è uno spartiacque che divide e rivitalizza un genere parzialmente in crisi; ciò che verrà dopo dovrà per forza fare i conti con questa preziosa pellicola del 2011, una vera e propria rivoluzione indonesiana che colpisce duro, anzi durissimo.


Il mio consiglio è quello di gustarvi The Raid (alias Serbuan Maut, che in indonesiano significa Irruzione Mortale, nome quanto mai azzeccato) in lingua originale sottotitolato, evitando la traduzione italiana, che lascia a desiderare e non riesce a dare il giusto tono al prodotto, causa una piattezza del parlato assai fastidiosa e inopportuna.
Va da sè che siete caldamente invitati a visionare anche The Raid - Berandal, seguito del 2014, nel quale cambiano l'ambientazione e quasi tutti i personaggi (ritorna pure Mad Dog, ma in un ruolo differente), ma non la qualità altissima e il tasso di coinvolgimento.
Personalmente questo tipo di cinema senza fronzoli e altamente spettacolare mi ha rapito e disintossicato dalle troppo cazzate made in USA viste negli ultimi anni, in campo action.

Non mi resta che augurarvi una buona visione, sempre che ve la sentiate di affrontare The Raid.


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