20/05/14

Only Jarmusch Left Alive


Quasi tutti avete presente quel cineasta un po' pazzoide con una strana bianca capigliatura simil rockabilly, riconosciuto a livello mondiale come uno dei più importanti registi indipendenti contemporanei, giusto?
Per chi non l'avesse capito sto parlando di Jim Jarmusch, tornato nelle nostre sale in questi giorni con Only Lovers Left Alive.

L'ultima fatica del buon Jim è una storia di vampiri sui generis, ricca di pathos e povera di elementi horror.
Adam è un rocker solitario e maledetto, vive a Detroit barricato in casa e principalmente compone musica tra le sue quattro mura evitando la quasi totalità dei contatti con il mondo esterno.
Eve, la sua compagna, vive nella misteriosa ed esotica Tangeri assieme al vecchio Marlowe, in attesa di ricongiungersi con l'eterno amato una volta ancora. 
Per quanto la trama sia essenziale e piuttosto canonica, il film è un fluire di denso spleen oscuro e venato di caustica ironia.

Il vampiro qui è fin troppo umano, costretto a fare i conti con la solitudine, la reclusione, il dolore e la sofferenza: il tormentato Adam ricorda il Trent Reznor di due decenni fa: geniale, oscuro e ammantato di nero.
A proposito di musica, un ruolo di spessore è svolto dalla colonna sonora di Jozef Van Wissem e degli Sqürl, interessante trio composto da Carter Logan, Shane Stoneback e lo stesso Jarmusch: note ammalianti e dark accompagnano lo spettatore in un mondo notturno e di grande fascino. 

Una cosa che non si può mai imputare all'eccentrico regista originario di Akron è la scelta del cast per le proprie pellicole: specialmente Tilda Swinton è eterea, magnetica e bellissima nel ruolo di Eve e si muove con eleganza e naturalezza sulla scena, quasi vestisse i panni dell'amante vampira da sempre. Una dea senza età che si prende l'intera scena annullando di fatto tutto ciò che le sta attorno.


Lo stesso Tom Hiddlestone si destreggia discretamente tra strumenti musicali e mascara, ma l'immagine che propone è forse un tantino stereotipata e cozza parzialmente con l'originalità del cinema di Jarmusch.
Mia Wasikowska e John Hurt si vedono pochino ma non stonano, rimanendo comunque all'ombra della coppia di protagonisti.
Only Lovers Left Alive è un film di vampiri senza vampiri? Sì e no. Le scene cruente sono del tutto assenti e vengono lasciate all'immaginazione dello spettatore. I succhiasangue sono esseri millenari immersi nella modernità e quasi disabituati a morsi ed attacchi mortali, impegnati a sopravvivere grazie a ospedali e cliniche clandestine che li riforniscono di emoglobina.
Si potrebbe azzardare un nesso tra questo film e The Addiction, memorabile bianco e nero d'autore di Abel Ferrara incentrata sul concetto di vampirismo come dipendenza. In entrambe le opere l'horror lascia il posto alla drammatica e dolorosa affermazione della bellezza e della diversità.
Jarmusch se ne frega dell'azione ed i tempi dilatati di Only Lovers Left Alive potrebbero far storcere il naso a più di qualcuno: prendere o lasciare, se cercate un vampire movie tipo Blade siete totalmente fuori strada e ciò che state vedendo non fa per voi, sappiatelo.


Se amate i film d'autore e volete immergervi completamente in una storia romantica e oscura come gli album dei Joy Division allora siete i benvenuti e Jim Jarmusch saprà soddisfare a volere la vostra sete di sangue... pardon, di Cinema.

In conclusione non posso che applaudire un progetto coraggioso ed elegante, che è stato capace di emozionarmi e di catturare la mia attenzione per l'intera durata. Siamo al cospetto di una delle opere più riuscite di Jarmusch, esempio vivente di come si possa girare ottime pellicole senza grossi budget e senza abusare della CGI, puntando dritto all'anima dello spettatore.

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