22/08/14

Doctor Sleep, ce n'era davvero bisogno?


Stephen King ormai può permettersi di scrivere qualsiasi cosa, dato il successo planetario e i milioni di lettori che non perdono una sua pubblicazione da decenni. Ecco allora che il "bardo del Maine" ha deciso di dare vita ad un sequel di Shining, chiamato appunto Doctor Sleep.
Molti di voi avranno letto il romanzo sulla famiglia Torrance, composta da Jack, Danny e Wendy, imprigionati nell'immenso e diabolico Overlook Hotel; sicuramente vi sarete chiesti se era proprio necessario riprendere in mano il personaggio di Danny e dare un seguito ad un romanzo scritto oltre trent'anni prima.

Premetto che al seppur gradevole libro di King ho sempre preferito il magistrale omonimo film diretto da Stanley Kubrick, che lo surclassa dandone una rilettura profonda e angosciante e trascurando quei particolari un po' risibili (le siepi viventi, le api sul tetto, etc.) che avrebbero indebolito la potentissima pellicola divenuta uno degli horror più conosciuti di sempre.
Non ho mai compreso l'odio di King nei confronti del film, talmente forte da spingerlo a fine anni '90 a realizzare una miniserie tanto fedele al romanzo quanto insipida e superflua. Stephen rassegnati, è normale provare invidia per un maestro come Kubrick, niente di strano.

Ma torniamo a Doctor Sleep, libro al quale mi sono avvicinato con molti dubbi e aspettative fluttuanti: da un lato il mio amore per questo scrittore mi spingeva magneticamente alla lettura, dall'altro l'esperienza non troppo positiva avuta con Shining e il fatto che spesso i sequel deludano mi frenavano un po'.
Sta di fatto che ha vinto la prima fazione e, dopo aver acquistato il romanzo con un discreto sconto, ho intrapreso un viaggio che mi ha dato alcune soddisfazioni ma che mi ha lasciato un certo amaro in bocca.
Doctor Sleep
riprende da dove si concludeva Shining (che in una prima e ormai rarissima edizione italiana riportava il titolo Una Splendida Festa di Morte), ossia seguendo Danny e Wendy dopo l'incidente dell'Overlook fino alla Florida, dove i due si trasferiscono mantenendo contatti sempre più radi con Dick Hallorann, il cuoco dell'hotel che aiuterà il protagonista a fare i conti con il suo passato.
Danny, diventato adulto, incomincia a vagare per gli States cambiando un'infinità di lavori e dedicandosi principalmente all'alcolismo fino a quando, nel 2001 (la data vi ricorda qualcosa?), si trasferisce in pianta stabile nella cittadina di Frazier, New Hampshire. Qui, dopo varie peripezie, verrà assunto all'ospizio Helen Rivington, nel quale aiuterà gli ospiti in punto di morte ad andarsene serenamente, grazie alla luccicanza.
Tutto sembra andare per il meglio fino a quando Danny non entra in contatto con Abra Stone, ragazzina dotata del suo stesso dono, braccata dal "Vero Nodo", una sorta di setta vampiresca che si nutre dello shining anziché del sangue.
Bene, i miei spoiler si concludono qui, altrimenti rischio di rovinarvi la sorpresa.

Se devo essere sincero, mi ha colpito maggiormente l'aspetto nostalgico del romanzo piuttosto che la trama che non risulta particolarmente originale o sorprendente.
Non so voi, ma io non sentivo un gran bisogno di sapere che fine aveva fatto Danny Torrance e avrei preferito un romanzo tutto nuovo al posto di un sequel di dubbia utilità.
In rete si leggono un sacco di pareri entusiastici, ma va detto pure che un sacco di fan di King vanno in brodo di giuggiole di fronte a qualsiasi cosa scriva il Re, in maniera del tutto acritica.
Con questo non sto affermando che Doctor Sleep sia un buco nell'acqua, ci mancherebbe, ma mi ha lasciato davvero pochino e non mi ha entusiasmato come avrei voluto, togliendo persino un po' di mistero a Shining.
Mi è sembrata un'operazione fuori tempo massimo, mirata soprattutto a spremere un po' i lettori andando sul sicuro e raccontando una storiella partendo da qualcosa che già questi conoscevano.
Rispetto a 22/11/63 King ha fatto un passo indietro e riesce a guadagnarsi una sufficienza risicata per la scorrevolezza del testo (a proposito, molto buona la traduzione di Giovanni Arduino), ma ciò che latita è il coinvolgimento e la sensazione di essere catapultati dentro la storia.
Da questo veterano e abilissimo narratore è lecito aspettarsi qualcosa di più, che giustifichi quella ventina di euro che ogni suo nuovo libro ci scuce inesorabilmente dal portafoglio.
Sicuramente arriverà prima o poi una trasposizione televisiva, magari sotto forma di miniserie, ma Doctor Sleep non sarà ricordato tra i capolavori di King andando a piazzarsi invece tra i romanzi leggibili ma non necessari dell'autore di It, Stagioni Diverse, Il Miglio Verde, Misery, etc.

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